Parliamo della tecnologia vecchia di 3000 anni: già gli egiziani si erano accorti che se guardiamo attraverso un forellino piccolino, che noi chiamiamo foro stenopeico, la nostra capacità di visione viene incrementata: questo è un effetto ottico dovuto al fatto che se noi guardiamo attraverso un forellino, se voi prendete un pezzo di carta, fate un foro e guardate attraverso esso, si riduce la quantità di luce che entra nell’occhio ma la vostra capacità visiva aumenta in presenza di un difetto di vista; praticamente i difetti di vista vengono annullati: se un miope guarda attraverso un foro, la sua miopia scompare, se è presbite la presbiopia scompare.
L’uomo ha cercato di riprodurre questo effetto per correggere la presbiopia ed è quindi nata la lente IC8, che è una normale lente da cataratta intraoculare che si mette al posto del cristallino umano ma ha una vasta tecnologia (che io ho ridotto ai minimi termini: ho detto che ha un foro all’interno): ha una zona ottica trasparente, poi a un certo punto comincia una zona oscurata e poi all’interno di essa vi è di nuovo una zona aperta, una specie di piccolo diaframma, del diametro di circa 1.8 mm.
Facciamo finta di avere una lente intraoculare sulla quale abbiamo appoggiato una caramella Polo: ecco, questo è un po’ l’aspetto che ha la nostra lente IC8.
Questa lente viene impiantata nell’occhio durante un intervento di cataratta al posto del cristallino malato e ha come caratteristica fondamentale quella di eliminare le aberrazioni che sono presenti in tutti quei pazienti che sono stati operati con una chirurgia corneale refrattiva, soprattutto quei pazienti che sono stati operati con vecchie chiurgie di cheratotomia radiale e con le vecchie chirurgie incisionali che si facevano 20/25 anni fa; negli anni 80′ la scuola russa di Fyodorov insegnò agli oculisti che con dei tagli nella cornea si otteneva un appiattimento nella zona centrale della cornea ma tutta la parte periferica rimaneva aberrata da questi tagli e dal cambiamento di curvatura, quindi il paziente con la cheratotomia radiale vede molto bene in condizioni di molta luce ma appena la luce scende vede malissimo.
A questo aggiungiamo il fatto che quando operiamo di cataratta un paziente con una cheratotomia radiale o che ha fatto un intervento laser con la zona ottica piccola, il calcolo del cristallino è sempre un terno all’otto, cioè facciamo molta fatica a calcolare il cristallino intraouclare per questioni tecniche, di fisica ottica e matematica e riusciamo molte volte a sbagliare molto facilmente il calcolo.
La lente IC8, se ben calcolata, consente di eliminare la maggior parte delle aberrazioni dovute a questo tipo di chirurgia corneale, quindi è oggi la lente, secondo me, da scegliere in caso di cheratotomia radiale.
L’azienda consiglia di operare solo un occhio, però ad alcuni colleghi che hanno fatto la chirurgia in un occhio i pazienti hanno chiesto di operare anche il secondo occhio con la stessa lente, dunque è una lente che sembra dare dei risultati eccezionali, soprattutto in pazienti operati di cheratotomia radiale.