Il calazio è un’infiammazione della palpebra, che io chiamo “foruncolo della palpebra” perché in realtà è una ghiandola di quelle che portano il secreto palpebrale dalle ciglia verso la superficie oculare; occasionalmente si possono tappare e un tappo sul dotto escretore della ghiandola determina un’infiammazione, che tipicamente si manifesta iniziando come un orzaiolo, cioè un gonfiore diffuso della palpebra ma se fosse davvero un orzaiolo sparirebbe in 2-3 giorni e la palpebra tornerebbe normale, mentre mentre per quanto riguarda il calazio, allo sgonfiarsi della palpebra rimane una nocciola ben delimitata, di dimensioni variabili da caso a caso, dura, arrossata e che può alterare la forma della palpebra.
Da un certo punto di vista il calazio non causa nessun problema reale, non è un’infezione che possa estendersi all’occhio o pregiudicare la salute dell’occhio, però crea due tipi di problemi: può abbassare la palpebra e alternarne la forma e quindi essere esteticamente visibile ma bisogna anche capire quali sono le cause per le quali si verifica il calazio, perché nella maggior parte dei casi viene secondariamente a una blefarite cronica, a una meibomite (cioè un’infiammazione delle ghiandole di Meibomio che secernano questo secreto denso); noi abbiamo una ghiandola di Meibomio per ogni ciglia, quindi se abbiamo avuto un calazio dobbiamo farci valutare come stanno tutte le nostre ghiandoline, perché potremmo averne un altro anche nella parte superiore dell’altro lato, in altri momenti, per cui è forse opportuna una valutazione in questo senso.
Ma cosa fare quando si ha il calazio e anche quando lo si ha da un po’? Appena viene è opportuno un trattamento con il calore, quindi la terapia oculistica a base di pomate o colliri ha poca efficacia; la cosa più importante nella fase acuta, quando abbiamo l’infiammazione, è l’applicazione di calore e io, facendo sorridere, consiglio ai miei pazienti l’applicazione di impacchi caldi di tè, di camomilla, di una patata bollita: tutto ciò permette una diffusione costante del calore per almeno dieci minuti e questo ha un effetto molto importante (la stessa patata può essere riutilizzata nei vari giorni) ma solo se la terapia del calore si mantiene per più di un mese.
Cosa fare se invece il calazio si è cronicizzato?
Il calazio può rimanere anche per un anno e passa e quindi qualcuno si può stufare di averlo sulla propria palpebra: che cosa fare, quindi, da un punto di vista definitivo e immediato?
Quando si è risolta l’infiammazione, il calazio può essere trattato in maniera chirurgica ed è molto semplice, è una chirurgia sicuramente ambulatoriale: si tratta di una piccola anestesia sulla pelle della palpebra, dopodiché possiamo girare la palpebra (che sia superiore o che sia inferiore) e fare un’incisione all’interno della palpebra stessa; attraverso questa piccola incisione si drena il contenuto, che molto spesso è un pus, è qualcosa di piuttosto denso e biancastro, che viene liberato con un cucchiaino (si chiama curettage del calazio); nessun punto viene applicato e dopo quindici minuti il paziente può andare a casa senza nessuna benda e nessun tampone.
Il calazio così viene trattato in maniera completa e definitiva.
Questo evita incisioni esterne, suture cutanee e alterazioni possibili sulla palpebra che possono lasciare dei segni estetici, peggiori del calazio stesso.